Collaborazione Pastorale di Latisana
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LA LITURGIA
L'ambito della Liturgia
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Una brevissima descrizione dell'ambito della Liturgia tratta dal documento “Siano una cosa sola perchè il mondo creda” (pag62-63)
Al cuore dell’esperienza della fede sta la celebrazione liturgica che è il memoriale del mistero pasquale del Signore Gesù.
Nella vita di fede delle comunità e dei singoli, la celebrazione della Pasqua è sorgente perenne di grazia, di vocazione e di missione. In essa i battezzati ricevono in dono la salvezza per l’azione dello Spirito Santo che opera mediante il linguaggio simbolico-rituale, in modo che il celebrare diventa regola della fede.
La celebrazione liturgica, e quella eucaristica in particolare, «è il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e la fonte da cui promana il suo vigore»*. L’attività pastorale è ordinata a far sì «che tutti, diventati figli di Dio mediante la fede e il Battesimo, si riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, partecipino al sacrificio e mangino la cena del Signore»**.
Si tratta dell’esperienza di preghiera integrale che costituisce un diritto e un dovere per tutti i battezzati***.
Per questo la CP deve assicurare ad ogni cristiano la possibilità di partecipare alle celebrazioni liturgiche, organizzando nel modo più adeguato calendari e orari.
Inoltre deve curare la qualità delle celebrazioni stesse perché offrano a quanti vi partecipano il miglior nutrimento spirituale.
[…]
Nella CP si dia il primato alla celebrazione eucaristica domenicale da assicurare, possibilmente, con orari fissi, tenendo conto dei seguenti fattori:
• La distensione temporale completa del giorno del Signore (o della solennità) che va dal sabato sera (o sera della vigilia) a tutta la giornata festiva;
• La necessità che i fedeli siano informati dell’orario e del luogo della celebrazione eucaristica, in modo che dalle comunità vicine possano convergere in una stessa chiesa;
• La scelta della chiesa per la celebrazione eucaristica domenicale tenga conto della disponibilità dei vari ministeri necessari, della posizione geografica dei paesi, delle distanze e della facilità del percorso, dell’adeguatezza dell’edificio, oltre che delle scadenze dell’anno liturgico.
Si osservino inoltre le seguenti prescrizioni.
• Per salvaguardare la preziosità del raduno di tutti i fedeli per l’Eucaristia, nelle domeniche e nelle solennità non si celebrino Messe per gruppi particolari al di fuori delle celebrazioni d’orario****. Eventuali eccezioni siano valutate all’interno della CP con la mediazione del Vicario Foraneo.
• La celebrazione del Matrimonio e delle Esequie di domenica o solennità si tenga nella celebrazione eucaristica parrocchiale; se avviene al di fuori di essa, lo si faccia in una liturgia della Parola.
• Si stabilisca una giusta distanza di orario tra una celebrazione eucaristica e l’altra.
• Facendo riferimento a quanto previsto dal diritto canonico ai presbiteri è concesso di celebrare fino a tre SS. Messe nelle domeniche e nelle feste di precetto ****, salvo eventuali eccezioni da concordare conl’Ordinario diocesano.
* Concilio ecumenico Vaticano II, Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963, 10.
** Ib.
*** Ci ricorda infatti il Concilio che «È ardente desiderio della madre Chiesa che tutti i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione alle celebrazioni liturgiche, che è richiesta dalla natura stessa della liturgia e alla quale il popolo cristiano, «stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo acquistato» (1 Pt 2,9; cf. 2,4-5), ha diritto e dovere in forza del Battesimo» Id, 14.
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